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Norma Loy + Hapax: la recensione della serata


Nell’accogliente cornice dell’App Colombofili un altro tassello della storia della musica dark che si esibisce a Parma. Un autentica band di culto facente parte di quel nutrito gruppo di nomi che animavano la scena new wave francese o coldwave che dir si voglia. Lo testimonia il fatto che sono accorsi fan dalla Francia e dalla Croazia, ma anche da diverse regioni italiane. Hanno aperto gli Hapax, tra i protagonisti del rifiorire della scena dark napoletana degli ultimi anni, forti di un secondo disco, il recente Cave del 2016 che ha ricevuto lodi da più parti e che hanno reso in maniera più che brillante, alternati ai brani del precedente Stream Of Cosciousness del 2014 e con il quale si erano esibiti su questo palco nel dicembre 2015.

Hapax • Foto di Elisa Magnoni

Hapax • Foto di Elisa Magnoni

 

Dobbiamo registrare dei forti progressi in quanto a varietà e godibilità delle composizioni, definizione dei suoni e personalità sul palco.

 

Dopo una breve pausa è stata la volta dell’esibizione suggestiva e impeccabile dei Norma Loy.

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Norma Loy • Foto di Elisa Magnoni

 

Abbiamo assistito a qualcosa di unico dove a una prima parte incentrata sul loro recente lavoro in studio Baphomet, sono seguiti autentici classici, reclamati a gran voce dai fan di stretta osservanza, Power Of Spirit e Romance, il tutto senza perdere l’dea di una coerenza di fondo, nemmeno con la stralunata e al contempo poetica esecuzione della cover di Blue Moon. L’unico paragone vagamente plausibile, in alcuni brani, era l’uso delle voci che richiamava il dualismo di Gavin Friday e Guggi nelle leggendarie performance dal vivo dei Virgin Prunes. Infine una parte rilevante nelle serate Endenocte è attribuibile al djset della triade Marco Pipitone, Black Ossian e DKZ che hanno tenuto la pista piena fino al riaccendersi delle luci. Di notevole impatto nel pre-concerto l’utilizzo delle musiche di Stravinskij, Carl Orff e Battiato.

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Fulvio Galvani