Originariamente legati agli stilemi progressive e folk, i Sad Lovers And Giants hanno maturato un sound romantico e malinconico, riconducibile all’estetica della new wave e sottilmente attraversato da uno spleen gotico. In oltre vent’anni di carriera, Allard e compagni sono stati consacrati come band di culto della scena post-punk britannica.
Strano a dirsi ma i Sad Lovers and Giants mai si sono sentiti parte integrante della scena gothic, ma fortemente la hanno influenzata con i cambiamenti che hanno apportato alle classiche sonorità wave e post punk. Tante sono le band moderne che hanno pagato dazio alla band di Garce Allard, dagli Interpol ai The National.
Il gruppo si formò a Rickmansworth e stabilì il quartier generale a pochi chilometri di distanza a nord di Londra. La formazione dei primi singoli e dei primi quattro album era composta da Garce Allard alla voce, Tristan Garel-Funk alle chitarre, David Wood alle tastiere e sassofoni, Cliff Silver al basso e sassofoni, e Nigel Pollard alla batteria. La loro musica veniva descritta dalle riviste dell’epoca come “nuova psichedelia” (Sounds), “adatta per etichette come la 4AD” (Jamming), “con reminiscenze dei Pink Floyd più pastorali…” (Melody Maker). In verità aveva più legami di quanto non si volesse vedere al tempo con il folk, anche se il modo di cantare di Allard e la profondità dei suoi testi erano riconducibili all’estetica della new wave.
Il capolavoro del primo periodo dei Sad Lovers and Giants fu il secondo album ‘Feeding The Flame’. Il suono della band divenne più corposo e pulito, meno sporco e confusionario che sull’esordio. Secondo molti i Sad Lovers And Giants si tingono di nero e inventano il gothic-rock con il loro inno “Man Of Straw”, in contemporanea con i Sisters Of Mercy. Dopo la pubblicazione di ‘Feeding The Flame’ il gruppo si sciolse, e il chitarrista Tristan-Garel Funk formò gli Snakecorps.
Nel frattempo Allard e Pollard decisero di riformare i Sad Lovers And Giants e ingaggiarono il chitarrista Tony McGuiness e la tastierista Juliet Sainsbury. Seguirono tour in tutta Europa, compresa l’Italia, e finalmente nel 1986 la registrazione di nuovi brani e dell’album ‘The Mirror Test’, che insieme alla raccolta ‘Les Annes Vertes’ chiuderà i rapporti della band con Midnight Records.
Diverso il discorso per l’ultimo album in studio, ‘Melting In The Fullness Of Time’, registrato magistralmente negli studi casalinghi di Tony McGuiness tra il 1999 e il 2002. Otto tracce che sembrano voler definire nuovi standard per la canzone pop: melodie brillanti, arrangiamenti impeccabili e testi che parlano del mondo attraverso una malinconia matura e oramai disincantata. Quello che ne esce è una originale sintesi tra Chameleons e Xtc. Gli arpeggi delle chitarre rimangono la caratteristica della band, ma mai come in questo caso sono amalgamati nel mixer insieme agli altri strumenti.
In Italia, a partire da aprile 2009, la nuova formazione dei SLAG (Allard, McGuiness, Pollard e Gibson a cui si è aggiunto in seguito l’attuale tastierista Will Hicks, dopo Jono Grant nel 2003 e l’italiano Marco Müllner nel 2009) promuove la ristampa dei due album più noti, “Epic Garden Music” e “Feeding the Flame“. Dal 2010 la band continua ad esibirsi dal vivo in diverse città europee dopo aver ristampato “The Mirror Test” e pubblicato il nuovo singolo “Himalaya/Happiness Is Fragile“.
Nel dicembre 2011 hanno suonato al Purple Turtle a Camden, è stato il loro primo concerto a Londra dall’inizio degli anni 1990. Nel 2012 due live importanti a Berlino e a Salerno.