Jaz Coleman e soci provengono dagli anni del Post-punk; l’hanno attraversato nelle sue diverse fasi, rielaborandone concetti e struttura, approdando nelle decadi successive a un suono personale e compiuto.
Orientando lo sguardo sugli esordi, è doveroso annoverarli di diritto tra i cosiddetti “gruppi matrice”, ovvero tra coloro che in origine hanno tracciato le coordinate di un segmento estremamente frazionato. Ai soliti concetti ribaditi, si accostino anche … i soliti nomi! David Bowie, Joy Division, Siouxsie and the Banshees, Magazine, Pere Ubu, The Sound, The Cure e, appunto, Killing Joke.
Provando a immaginare (non senza difficoltà) la cosiddetta “Generazione Y” approcciare al sound dei Killing Joke, verrebbe istintivamente da fornire loro le istruzioni del caso; la discografia è certamente da maneggiare con cura, frutto di un coacervo di sonorità opportunamente manipolate e dunque codificate. Il risultato allontana ogni ragionevole dubbio, originando un suono compatto in cui elettronica, metal, industrial, wave, si fondono per generare – appunto – la matrice.
Per specificare ulteriormente, si tenga presente ciò che dice Claudio Fabretti su Onda Rock: “Con il loro ibrido di veemenza hardcore e desolazione dark, fatto di ritmi tribali, suoni meccanici ed elettronica distorta, i Killing Joke di Jaz Coleman hanno posto le basi per la nascita della musica industrial”.
I Killing Joke hanno suonato per la prima volta a Parma il 25 ottobre 2018 presso Campus Industry Music