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Blixa Bargeld: una questione di qualità


Proprio in questi giorni, Blixa Bargeld e soci, sono in giro in Italia per un mini-tour: Roma, 25/6 Città dell’Altra Economia (Campo Boario), Soliera (Modena), 28/06 Arti Vive Festival, Sesto al Reghena (Pordenone), 5/7 Sexto umplugged & MIV Festival, Villa Arconati (Milano), 16/07 Festival Villa Arconati e infine Firenze, 7/07 Teatro Le Mulina.

La proposta musicale degli Einsturzende Neubauten sarà differente a seconda delle location (andatevi a cercare in rete cosa succederà nelle diverse serate), ad esempio, a Soliera, il concerto sarà incentrato sui successi, una sorta di best off: forse l’occasione per ascoltare finalmente Feurio? Si spera! Chi invece del “Greatest hits” non sa che farsene e preferisce rivolgere l’attenzione alle proiezioni futuriste della band, potrà trovare soddisfazione nell’ascoltare Lament, l’opera ispirata alla prima Guerra mondiale, sarà, infatti, suonata per intero a Milano.

La cifra stilistica della band è stata più volte indagata; forse a sfuggire, è il tratto distintivo del suo leader. Una figura carismatica in grado di esplorare in trentacinque anni di carriera traiettorie musicali ai più vietate. E come, se non attraverso l’indiscussa genialità? Blixa – com’è noto – non si confonde dietro facili compromessi, abita semmai le lande desolate della sperimentazione; il music businnes è un affare per altri, una questione da rinnegare sistematicamente con stile.

Esistono motivi per tacciare di snobismo un personaggio come lui? Blixa “fa e disfa” come gli pare e piace; non è un caso, ad esempio, che Feurio, il pezzo citato in apertura, non venga suonato da oltre vent’anni. Forse perchè divenuto “manifesto specifico” in certi ambienti musicali? Amore e odio a tali latitudini sono facce della stessa medaglia e poi il dogma lo si sposa in toto, prendere o lasciare.

Del rapporto con Nick Cave si è detto molto (ma non tutto), una storia finita da tempo, esattamente per gli stessi motivi qui sopra: il successo, la manifestazione della popolarità nonché l’idiosincrasia alle consuetudini, stabiliscono il limite oltre il quale non è permesso spingersi, pena l’annientamento.

Ama l’Italia, ogni estate si spinge sulle rive di Lignano Sabbiadoro con moglie e figlia a seguito ma se pensate di incontrarlo in spiaggia ad abbronzarsi, siete folli. Potrebbe mai sembrarvi un tipo da boxer e infradito? Più facile trovarlo al bar dell’hotel, magari vestito in total white con panama in testa e scarpa intrecciata, pronto a spendere parole in italiano (ma soltanto dopo il terzo bicchiere di vodka).

Adorabilmente snob perché, in fondo, lo sono tutti coloro che intendono attribuirsi un nome d’arte. Nasce come Christian Emmerich per poi divenire Blixa Bargeld unendo un marchio di penne a sfera (le blixa) al cognome dell’artista Johannes Theodor Baargeld ma, se preferite, esiste una seconda versione secondo cui Bargeld deriverebbe dal nome “denaro” in tedesco: bargeld, appunto.

Pensate forse che la musica degli Einsturzende Neubauten affondi le radici da quanto scaturito in epoca punk? Vi sbagliate. Lasciate perdere anche i Neu e tutta quanta “la risma”, rivolgetevi piuttosto alle avanguardie tedesche: Espressionismo e Bauhaus ispirano ancor prima dei Throbbing Gristle e, se proprio volete risalire alle fonti, indirizzate le ricerche verso l’opera di Brecht e Stockhausen, scoprirete, infatti, nella drammaturgia teutonica gli intenti reali capaci di influenzare il Nostro.
Ora, capire nel 2015 cosa frulli nella testa di Blixa non è ovviamente semplice. La sensazione imperante non rassicura; dopo oltre trent’anni di sperimentazioni sarebbe strano il contrario.

Cos’altro potrebbe scoprire? Quale nuovo filone potrà percorrere insieme ai suoi Neubauten? Aspettando di capire che cosa ci riserverà il futuro, godiamoceli in concerto.