“Ne abbiamo viste talmente tante che potremmo giudicare come se fossimo dall’aldilà”.
Maurizio Arcieri
Vogliamo ricordarlo attraverso le diverse epoche musicali da lui vissute come protagonista, tanto da essere in grado di nobilitare il maremagnum rokkettaro italiano, mediante una carriera vissuta coscientemente ai margini. in fondo i Krisma non hanno mai appartenuto alle correnti in voga in Italia, proponendo semmai una cifra stilistica simbioticamente congrua con quanto avveniva invece in Inghilterra. In una recente intervista rilasciatami per Gazzetta di Parma, Maurizio dice: «La verità è che dall’Italia noi scappammo! Ce ne andammo a Londra poiché in quella città era tangibile la vivacità musicale, non si poteva certo dire la stessa cosa per il nostro Paese, o quantomeno non per noi». E come dargli torto? I Krisma sbarcano in Inghilterra nel 1975, a quell’epoca, da quelle parti, un’intera generazione rompeva il muro dell’indifferenza proprio grazie alla musica, consegnando ai posteri l’ultima grande rivoluzione degna di essere raccontata: nasceva il Punk e quello fu soltanto l’inizio di quanto avvenne e che si protrasse fino alla metà degli anni 80.
Facciamo però un passo indietro, Arcieri consegnò alla Polydor i demo del disco d’esordio sul finire del 1974: «Otto mesi in sala di registrazione di cui tre per organizzare e convincere la casa discografica – dice – l’album era pronto verso la metà del 1975» (pubblicato però nel 77). Ciò significa che il duo s’inserisce in quella ristrettissima cerchia di musicisti precursori, in questo caso della tanto vituperata New Wave. I Depeche Mode dovevano ancora formarsi e i Joy Division stavano in chissà quale angolo di Manchester ad ascoltare nella propria cameretta David Bowie, il quale proprio in quel periodo stava generando Low, l’opera prima di un certo sentire.
Volendo specificare è possibile ricondurre la musica dei Krisma al Synth Pop, genere appartenuto successivamente ad artisti di grande richiamo come Gary Numan oppure a gruppi quali Ultravox e Omd.
Capito l’antifona? “Questi” arrivarono prima di tutti! Esistono prove surrogate da un disco precognitivo capace ancora oggi di risultare attuale (Chinese Restaurant).
Come ogni rockstar che si rispetti Maurizio verrà ricordato anche per gli eccessi. Ad un concerto, mediante un’azione estemporanea, si tranciò un dito con un coltellino: «Fu solo una performance – disse in seguito – gli autonomi giunsero in sala, avevano una molotov, fu quello un modo per protestare».
Nel tempo, il grande pubblico riscoprì Maurizio e Christina come presenza fissa del Chiambretti Night, nonostante il cambio di rotta, il mondo della musica continuò a far parte della vita del duo. L’artista incrociò nuovamente le sorti con un grande amico: Franco Battiato. L’amicizia con il cantautore siciliano è riconducibile agli anni 60; Maurizio, allora sulla cresta dell’onda con i New Dada (aprirono il concerto dei Beatles al Vigorelli), aiutò l’allora sconosciuto Battiato, il quale mai dimenticò quel gesto, tanto da voler restituire quel favore chiamandolo nel 2004 come produttore di Dieci Stratagemmi.
Al tempo, Maurizio non c’è più.
Maurizio caro… riposa in pace,
E grazie di tutto.
Endenocte ti ama e porterà nel cuore la serata di maggio 2014 per sempre.
Lara & Marco
Marco Pipitone