Riprendiamo la cronaca dei live di Endenocte Dark Nightin concomitanza con l’imperdibile rassegna annuale de’ Il Rumore del Lutto (www.ilrumoredellutto.com). Parliamo di una serie di eventi di notevole spessore volti a celebrare la vita attraverso le riflessioni sulla morte, non a caso posizionati nelle vicinanze della ricorrenza del 2 novembre.
Nel cuore culturale e artistico della città emiliana di Parma, nella chiesa di San Ludovico, l’anteprima della rassegna ha avuto l’onore di ospitare La Camerata Mediolanense, l’ensemble meneghino, noto negli ambienti alternativi “dark”, da anni è dedito a composizioni che ripropongono musiche antiche, sacre e profane. Ma andiamo con ordine. In apertura, dopo una sapiente introduzione alla Rassegna curata da Mathias Mocci, i Lux Anodyca: tra quintalate di elettronica (Kraftwerk e Kirlian Camera docet), vocoder, megafoni, microfoni in grado di restituire la suggestione di una voce immersa nell’elettronica stessa. I filtri e il mixaggio, hanno saputo creare momenti di atmosfera che preludevano a improvvise irruzioni di ritmi quasi techno. Brevi screzi di noise. Nel finale le nebbie teutoniche e mai come in questo caso, padane, si dissolvevano in un finale neofolk. Il tutto di grande impatto (anche) visivo.
Giusto il tempo della degustazione di un’insolita, ma più che mai a tema, “pizza nera” e tutti di nuovo seduti, nella suggestiva cornice scelta per l’occasione, a gustarsi l’esibizione della Camerata Mediolanense, coadiuvata da l’Altrocoro di Milano e dal RusCorho di Rho. A dirigere energicamente ci ha pensato Giancarlo Vighi, al punto da rendere la presenza del coro, mai prevaricante, è anzi un piacevole complemento nel definire l’insieme, già forte in partenza della notevole caratura tecnica delle tre cantanti. L’acustica evidenzia condizioni ambientali non in grado di dare piena soddisfazione. Non potrebbe esserlo visto che l’architettura è concepita per altri utilizzi. Tuttavia, era sufficientemente valida per non inficiare il godimento dello spettacolo e per non penalizzare gli sforzi di chi lo produceva.
La scaletta è stata perfetta, partendo dall’ultimo lavoro “Le Vergini Folli” del 2017, un disco di notevole spessore e sicuramente da approfondire, per chi, ancorato alla produzione antecedente non lo avesse ancora fatto.
Poi a ritroso nel tempo è stata la volta di “Vertute Honor Bellezza”, il disco ispirato ai Sonetti del Petrarca, che ha occupato la fase centrale del live, e che, con una “Vergine Bella” intonata da Desiree Corapi, da brividi, ha toccato le corde dell’anima del pubblico nerovestito, fino alle lacrime. Così come da brividi è risultato essere il finale con Madrigale e il bis, reclamato con insistenza dal pubblico, ha visto l’esecuzione de’ “Il Trionfo di Bacco e Arianna” con le voci parimenti coinvolgenti di Carmen D’Onofrio e Chiara Rolando.
Impossibile non citare il grande lavoro del deus ex-machina Elena Previdi, e il vocione baritonale di 3Vor che insieme a Manuel Aroldi scandisce il ritmo e dona colore all’insieme attraverso lo scuotimento delle percussioni.
Fulvio Galvani
Foto a cura di Elisa Magnoni Photo